Spiegazioni improbabili

SPIEGAZIONI IMPROBABILI SUL METODO

A quel tempo vivevo accanto alla donna di vetro
vedevo attraverso quel meccanismo perfetto
io lo intuivo, non me lo avrebbero perdonato
scesi al fiume dalla naiade del pianto
e mi tappai gli occhi e le orecchie con il fango

risalii la corrente lasciando al caso strane certezze
puntai le tomaie sporche a ponente
con la complicità del mattino e l’angoscia del bambino
salutai per sempre
mia madre e il suo sergente
mia madre e il suo sergente

Dopo solitudine, pioggia e fatica
una chiesa sembrava ideale per riposare
ma un contrabbandiere sull’uscio
mi pregò di non entrare
ti aspettavo da tre anni, sei in ritardo e troppo basso
brontolando mi allungò un legno forato
“fa niente, sei già vecchio, acceleriamo il passo

Non so neppure fischiettare
spiegami perlomeno dove diavolo vuoi arrivare” e lui:
“Io che non sono battezzato, vivo sdraiato su un sagrato,
colpisci la chitarra
come le onde, la sabbia
come le onde bagnano la sabbia”

Nel paese dell’elogio dell’imperfezione,
ci vennero a vedere in molti
ma erano tutti strafatti
e alle prime rime ci presero a calci
un poeta con il borsalino in testa
dopo averci deriso rimase a fissarci
srotolò una sigaretta
e cominciò a recitare la sua bugia perfetta:

“Mi vorrei unire al mondo
per non sentirmi così solo e per capir quant’è profondo
ma a forza di scavare un pozzo mi sono trovato dentro un fosso, che cretino
lo volete un po’ di vino?”
e con lui dividemmo il vino

si presentarono le montagne e in tre le affrontammo dignitosamente
poi nel bosco, regno di Mani di corame
ci sorprese il sonno e poi una gran fame
Ci risvegliammo schiavi ma affrancati, riposati e ben puliti
ma che stronzo è questo ci lamentavamo
intanto si lavorava a cottimo e mangiavamo

“Ragazzi, sono qui per liberarvi
smettete di essere figli e cominciate a fare i padri
ci vuole un po’ di disciplina anche per coltivare l’artemisia,
vi seguirò zitto
portando nelle mie mani il ritmo
il vento che dà agli alberi il ritmo”

La strada si aprì lungo una valle in discesa,
finiva in una linea scura che inghiottiva il sole
in fondo si vedeva luccicare
l’azzurro mentre virava a sera
“E’ appena finito un temporale” si rallegrò Mani di corame
vidi ridere il contrabbandiere
“Finalmente Massi siamo arrivati al mare!”

Successe tutto quella notte,
sulle nostre gambe rotte s’inginocchiò la dolce sorte
tra la spuma e l’arenile Clio ci spinse a ripartire: “In marcia!”
Verso quella costa bianca
dove allunga fino a diventare Francia

FERRARA

Odio questa città anche quando c’è il sole,
anche quando la neve copre i tetti del centro,
anche quando di sera riesco ad avere un momento di pace.
Odio il porfido sotto i piedi e le sue volte medioevali,
la darsena e il barcone allestito a ristorante,
il suo duomo troppo bianco e quello strano castello di cartone.

Figurati che adesso piove e ho buttato un amore,
figurati che adesso piove e ho buttato un amore.

Odio i musici e gli artisti che si vendono per strada,
come i mercanti del tempio per poche monete d’argento
e sono sempre maledettamente più bravi di me.

Figurati che adesso suonano la nostra canzone,
proprio oggi che sono uscito per dimenticare il tuo amore.

Odio il rosso metafisico che al tramonto va a giocare
con i decori dei palazzi in cotto, sotto lo sguardo un po’ severo
ed incazzato di Borso d’Este, di Savonarola e di Ariosto.

Figurati che adesso piove e ho buttato un amore,
figurati che adesso piove e ho lasciato il tuo amore.

MALABROCCA

Tieni lo sguardo sui raggi
che la salita sembra meno salita
così pensava Malabrocca guardando l’asfalto
asciugato dal sole di maggio.

Qui è maggio ma sembra lo Scrivia ad agosto,
quando era in secca ci andavo a pescare le rane.
Siamo in pochi qui in fondo alla corsa
ed un gregario cosa si deve inventare.

Un gregario sta zitto e pedala
per portare a baita “quatar danè”
con la Ninfa che è a casa ad aspettare
e questa vita non va mai come deve andare.

Questa vita è tutta uno spintone,
figurati poi se non nasci campione,
con un ghigno che sembri un cinese
e la scalogna nera nel nome.

Quel nome non lo scorda più nessuno
in giro per l’Italia nel ’46:
la maglia nera non è fame e miseria
ma la calma di chi prima o poi arriverà,

di chi pensa che in fondo la strada
sia come un campo coltivato a maggese.
“Pazienza, Luigino pazienza
il male al culo di sicuro ti passerà”.

Col male al culo e le mani sporche di “morcia”
un copertone girato sulla schiena,
che ti importa di Bartali in fuga?
Stai solo attento a Carollo che ti frega.

Allora alza la testa in salita
ché da un anno la grandine è finita,
il macadam sarà pieno di buche
e con l’Italia c’è da rifarsi una vita.

ANNA

Non lasciamoci sorprendere dal mattino ancora insieme
intagliati nel legno,
che domani il letto è fatto per Matilde che ritorna e io mi metterò il profumo buono,
quello di un altro.

Abbiamo imparato in fretta ad amarci sul divano, senza neppure toccarci.
Caro amore ti regalo un pensiero distratto ma non guardarmi negli occhi, così non ti lascio.

Anna cosa sei per me, non lo so ancora.
Anna cosa vuoi da me, non lo sai ancora.

C’è uno spazzacamino che mi corre nel cervello, come un tarlo.
E la gente che ne dica, che ne parli e ne straparli, che scriva sui giornali, non so fermarmi.

Così sottile è il deserto che separa la mia normalità dalla tua pazzia.
E mi sento un giullare, una puttana di pensieri, quel che penso non è vero, sono sincero.

Io cosa sono per te, non lo sai ancora.
Ma cosa voglio da te, questo lo so già.

Se qualcuno ha visto o sentito, non ci è dato sapere:
sembra che lui scrollando le spalle sia partito con la moglie
e lei, quanto rumore per nulla, per nulla o per amore.
Ma questo si sa è l’aspetto meno importante.
Ma questo si sa, questo lo sai già.

CINQUE MESI

Le tue lacrime son diventate le mie,
le tue labbra si perdono nelle mie,
il mio sorriso, questa giacca, il cappello e la mia vita
sono sempre stati tuoi.

La tua assenza è diventata la mia,
i tuoi sogni si confondono con i miei,
il pane e il vino che sporca la tovaglia su questa tavola di legno siamo noi.

E questa notte amore ti verrò a cercare,
perché senza di te non so con chi parlare,
e se per trovarti, poi, dovrò partire ma che importa:
questa notte non ho niente di meglio dove andare,
e se per trovarti, poi, dovrò morire non mi importa:
questa notte non ho niente di meglio da fare.

L’AMORE E’ UN TRENO

L’amore è come un treno, fila via sereno
tra monti, vallate derrate e chissà
chissà dove va
si infila come un gatto dentro a un cuore di cane
poi ti sbatte la faccia contro un cubo di ghiaccio
ed eccoti qua
in un mare di nebbia con Caspar

Dove vai dove vai amore dove vai…

Ora giustamente chiederete dove sia finito
quel treno che correva tra monti e vallate,
risaie e chissà
chissà dov’è già

Restate chiusi in casa stan cercando testimoni
che abbiano visto uno straniero, meglio se negro
o uno zingaro perlomeno.

Quel treno è deragliato, il macchinista è impazzito,
io son solo un passeggero anche un poco assonnato
lasciatemi qua
nell’oscurità (tranquillo a sonnecchiar)

Dove vai dove vai amore dove vai…

Confesso son stato io.

Sì son stato io
mi hanno tradito
ho un po’ esagerato, ero ubriaco
e se volete il perché
chiedetelo a Flaubert.

Dove vai dove vai amore dove vai…

FA UN CALDO CHE SI MUORE

Fa un caldo che si muore,
non posso restarti abbracciato per ore.
Mi dici “Un momento,
la morte del gatto ci ha messo di fronte
a un problema d’affetto”
io risolverei facendo del sesso,
ma un dubbio ti assale:
mi chiedi come mai non ti ho scritto una canzone.

Non ti bastano queste cose:
puntuale alla stazione e una tovaglia nuova per mangiare,
non c’è niente da fare,
c’è afa siamo stanchi e vogliamo litigare.

La morte dell’amore
arriva puntuale ogni inizio del mese
come le spese,
ogni giorno più alte, ogni giorno di nuove.
Lo vedi questo appartamento
sembra così grande quando c’è da pulire
e così stretto
quando ci diciamo: “Avrei bisogno di un momento”.

Fa un freddo che si muore,
da solo in ciabatte mentre provo a chiamare,
uso il tuo spazzolino,
per sentire più caldo per sentirti più vicino.
Mi rispondi ridendo
“Aspetta che arrivo dammi solo un secondo”.

E anche questo è amore